Cur? Cui? Qui? Quomodo? Quid?
Cur? Cui? Qui? Quomodo? Quid?
Atti del wordshow-seminario sulle maniere e le ragioni dello scrivere
Taormina, Agorà, 1989
Edizione non venale
Invito alla lettura
(Da Cur? Cui? Quis? Quomodo? Quid?)
Lo scrittore alla sbarra
[…] Questo incontro, che forse impropriamente s’intitola seminario e dovrebbe piuttosto chiamarsi una “tre giorni sportiva”, vuol essere nelle mie intenzioni niente più che una testimonianza privata a futura memoria. Una testimonianza e nello stesso tempo una perizia giurata e un’autopsia critica compiuta in corpore vili dove il corpus vile è la mia opera stessa. Con ciò voglio mettere le mani avanti e allontanare ogni sospetto di presunzione. “Un autore che parla dei suoi libri è una cosa orrenda, come una madre che parla dei suoi figli”, diceva Disraeli, come ho letto l’altrieri in un articolo di Guido Almansi. Ebbene, io posso avere l’attenuante che ne parlerò con distacco e la neutralità maggiori che posso. Da scienziato, com’è giusto dal momento che in quest’atto mi faccio chirurgo e cavia di me stesso e mi spacco per vedere come son fatto. Nessun intento apologetico, dunque, nessun giudizio di valore. Il mio proposito è quello di mostrare didatticamente come funzionano certi ingranaggi dello scrivere, partendo dai testi che mi sono più familiari, e cioè dai miei.