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Trittico

Gesualdo Bufalino - Trittico

Trittico
Catania, D. Sanfilippo, 1989
Contiene: La panchina di Gesualdo Bufalino, Catarsi di Vincenzo Consolo, Quando non arrivarono i nostri di Leonardo Sciascia e Antonio Di Grado

Invito alla lettura

In tempo di stanchezze istituzionali, mentre il dibattito sulla funzione del teatro pubblico è così ricorrente da farsi vano e pressoché inascoltato, la via del fare rimane dimostrazione inequivocabile della volontà di cambiare. Cambiare, per un teatro pubblico, significa, in realtà, recuperare, ritrovare doveri che fanno parte della propria essenza statutaria e della vocazione d’origine.

Catania si impegna non solo a mettere in scena tre autori contemporanei, ma ha voluto sollecitarli a scrivere tre atti unici… E Bufalino, Consolo e Sciascia hanno offerto al palcoscenico il prodotto di tre individualità artistiche assai differenti fra loro, ma sottilmente unite dalla cultura prima, natale, derivata dalla Sicilia. Nello stesso tempo, spaziano sulla situazione dell’Uomo in quanto tale, sulle condizioni di pensiero e di vita della stirpe umana quale è e vive – oggi – in qualsiasi parte del mondo. È dunque, il loro, un apporto di carattere universale che va oltre i confini della terra in cui sono nati e dalla quale mutuano linee e predilezioni particolari.
Il discorso sulla Morte accomuna, a conti fatti, le tre pièces. Morte blandita e costantemente sedotta in quella di Bufalino; Morte esorcizzata, quando ha la faccia della Noia di provincia, nell’atto unico di Sciascia, incentrato su una beffa; Morte catartica nel testo di Consolo, che insegue la forza dimostrativa di un suicida Empedocle contemporaneo. E poi i sapori, gli odori, le cose di Sicilia, ai cui fascini già altri ci hanno avviati e convinti, da Pirandello a Tomasi di Lampedusa, a Brancati, per parlare solo dei più vicini. L’unitarietà, non di stile – ché lo stile, nei tre atti unici, è diversissimo – ma di intento, fa sì che l’operazione teatrale possieda, oltre il fascino della rispondenza a una delel funzioni cardinali del teatro pubblico, anche quello di un evento pregiato di scrittura, pressoché unico nel panorama delel proposte nazionali odierne.