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Submitted by admin on 1 October 2019
traduttore
‏Nikola Ivanov
note
‏Sofija, Paradoks
anno
1997
paese
‏Bulgaria
opera

Le menzogne della notte

Gesualdo Bufalino - Le menzogne della notte

Le menzogne della notte
Milano, Bompiani, 1988

Premio Strega 1988

Riduzioni teatrali

Guglielmo Ferro, regia
Rita e Edo Gari, riduzione teatrale
Catania, Teatro Stabile, 1997

Girolamo Angioni, adattamento teatrale e regia
Torino, Compagnia Torino spettacoli - Teatro Erba, 1992

Invito alla lettura

NOTIZIE IN MERITO

Argomento - In un’isola penitenziaria, probabilmente mediterranea e borbonica, fra equivoche confessioni e angosce d’identità, un gruppo di condannati a morte trascorre l’ultima notte.

Genere - A piacere: fantasia storica, giallo metafisico, moralità leggendaria.

Anacronismi, anatopismi -  Come in un atlante o annale dalle pagine scambiate, e con la stessa innocenza con cui in certe opere liriche Stoccolma diviene Boston e un re di Francia duca di Mantova, qui date, luoghi e figure giocano sullo sfondo d’uno stravolto Risorgimento.

Scrittura - Parole in costume d’epoca, intrecciate per svago e passione da un  malato d’insonnia che aspetta, insieme ai suoi personaggi, il mattino.

Soprasensi – Benché tentato dal più eburneo “in- attualismo”, l’autore non esclude che, a sua saputa o insaputa,  taluna emozione pubblica o metafora dell’odierno o parabola possa essersi insinuata fra le sue fiabe.

Debiti - Nascoste fra le cinquemila del testo , e in vario modo manipolate a uso di color storico , una sessantina di righe si devono propriamente a Gioberti (15), Duveyrier (12), J. De Maistre (8), Orsini (6), F. Buonarroti (3), Colletta (2), Stendhal (2), Ruffini (1), Manzoni (1), Leopardi (1), Mazzini (1)…

Dedica   (“A noi due”) - Valga, doppiamente, come brindisi dell’autore a se stesso + Ics; e come affettuosa intimidazione al lettore.

 

(Da Le menzogne della notte)

Dove

Mangiarono pochissimo o niente. Le portate, sebbene più ricche dell’ordinario, per come s’era ingegnato di condirle un secondino volenteroso, avevano un sapore nemico, né v’era boccone che in gola non diventasse una cenere. L’inappetenza, si sa, è d’obbligo nelle serate d’addio. Per cui, essendo l’esecuzione fissata ai primi barlumi dell’indomani, il barone non finiva di accalorarsi per questa ipocrisia di concedere ai condannati inutili ghiottonerie, mentre non s’aveva scrupolo di attossicargliele col pensiero della scadenza imminente.
“A pancia vuota non sarà un bel morire,” si lamentò. “Così di buon mattino, poi! Quando la luce ci appassiona di più…”
Saglimbeni gli diede ragione nei suoi soliti poetici modi: “In effetti il tramonto sarebbe un’ora più acconcia. Col mezzo lutto, le nuvole basse, le ombre cremisi e viola che persuadono umanamente alla quiete. Così, viceversa, ci parrà di subire un insopportabile sfratto.”
Il soldato non disse nulla e pareva guardarsi le scarpe. S’era tirato sul collo il bavero del camiciotto, come se avesse freddo. Ma Narciso: “Sera o mattina, che differenza fa?” balbettò e senza educazione si mise a piangere.
[…]

Riedizioni e ristampe

Milano, Club degli Editori, "I Premi Strega", 1988, con prefazione di Lorenzo Mondo.
Milano, Euroclub, 1989.
Milano, Bompiani, "I Grandi Tascabili", 1990.
Milano, Bompiani per le scuole superiori, 1991, introduzione e note di Nunzio Zago.
Milano, "Grandi Tascabili" Bompiani, 1994, introduzione e note di Nunzio Zago.
Milano, Tascabili Bompiani, 2001, introduzione e note di Nunzio Zago, Cronologia e bibliografia di Francesca Caputo.
Milano, Tascabili Bompiani, 2014, introduzione e note di Nunzio Zago, Cronologia e bibliografia di Francesca Caputo.
copertina