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Immagini per Cento Sicilie

Fotografie di Giuseppe Leone

Venerdì 28 giugno 2024
Fondazione Gesualdo Bufalino
Comiso

Allestimento di
Emanuela Alfano
Giovanni Iemulo
Giuseppe Lo Magno

Inaugurazione
della mostra

ore 19.00

Apertura
29 giugno / 31 luglio
da lunedì a venerdì
ore 10-13
martedì/giovedì/venerdì
ore 16-19

29-30 giugno / 6-7 luglio
ore 17-21

Non c'è aspetto della realtà siciliana - luoghi, feste, costumi - che Peppino Leone, nella sua lunga carriera di fotografo, non ci abbia restituito con bravura tecnica e intelletto d'amore. Senza mai sradicarsi da Ragusa, la città natale dove tenne <<bottega»> per <<necessità di vita> ed <<elezione di natura»>, come ebbe a scrivere parecchi anni or sono Leonardo Sciascia rivelandolo e accreditandolo al grande pubblico, nel tempo libero Leone svolse, fino all'ultimo o quasi, un'assidua, frenetica ed erratica attività che consentì al suo sguardo curioso e indagatore di esplorare ogni angolo dell'isola mettendo insieme un imponente repertorio d'immagini che merita, adesso che egli è venuto a mancare, una vasta e adeguata valorizzazione.

È stato osservato che queste sue immagini, mentre possiedono, prese singolarmente, un'intrinseca autonomia, un innegabile rilievo espressivo e documentario, nel contempo ambiscono a organizzarsi all'interno d'una sequenza narrativa, offrendosi quali elementi o tessere d'un racconto più complesso, che è il racconto stesso della Sicilia, della sua storia (urbana, paesaggistica, antropologica, socio-economica...). Il che può anche contribuire a spiegare come mai Leone sia diventato, via via, un compagno di strada di alcuni dei principali intellettuali isolani, da Antonino Uccello a Rosario Assunto, da Leonardo Sciascia a Vincenzo Consolo a Gesualdo Bufalino, ecc. Sicché, quando una gloriosa casa editrice fiorentina, La Nuova Italia, ormai scomparsa, commissionò a Bufalino, appunto, che subito volle coinvolgermi nell'impresa, un'antologia, Cento Sicilie. Testimonianze per un ritratto, il cui successo sarebbe andato ben al di là dell'àmbito scolastico per il quale sostanzialmente era nata, fu inevitabile, per noi, sin dalla prima edizione, nel febbraio 1993, e dall'altra che le si affiancò a partire dal novembre del medesimo anno (accresciuta di brani e senza note esplicative, pensata per un destinatario più ampio, di persone genericamente colte), corredarle di foto attinte al prezioso e inesauribile archivio di Leone.

E siccome quelle foto, che erano un po' il <<compendio illustrato>> del resoconto antologico di Bufalino e mio, non hanno poi trovato posto nelle successive, numerose edizioni Bompiani-Giunti di Cento Sicilie, che per fortuna, limitatamente all'editio maior, proseguono, il fatto di riproporle, oggi, in una mostra, con qualche lacuna ma con le originarie didascalie bufaliniane che vi aggiungono un peculiare sapore, acquista il significato, doveroso, d'un omaggio al loro autore. Del quale, a conclusione di questa breve nota, voglio almeno sottolineare il gioco sapiente delle luci e delle ombre che pare non volersi arrendere, talvolta, al dato oggettivo e suggerire, accanto a esso, alla sua marcata ed eloquente evidenza, con uno scatto di cui sono capaci solo gli artisti, una Sicilia magica e visionaria, più vera e autentica, forse, dell'isola reale. Certo, di quella che quotidianamente e malinconicamente vediamo trasformarsi sotto i nostri occhi, depauperata della sua plurima e ineguagliabile identità.

Nunzio Zago