Calende greche
Audiolettura
Calende greche. Ricordi di una vita immaginaria
Milano, Bompiani, 1992
Invito alla lettura
“Calende greche” si dice, com’è noto, di giorni impossibili, che mai saranno. Qui vale giorni che non furono mai o furono altrimenti, e che l’autore via via inventa, sviluppando la parabola d’una vita immaginaria. A imitazione di quelle stampe popolari, dove si rappresentano le varie età dell’uomo dalla culla alla tomba, lungo una scala saliscendi.
La biografia (l’autobografia?) d’un fantasma, insomma. Le cui vicende – stereotipe, esangui, imitabili – vengono contraffatte con tanto zelo da apparire più spesso favole che memorie: testimonianze corrotte al servizio di un’ipotesi di romanzo…
(Da Calende greche)
Nascita
Poi, un mattino, nella struttura dov’è, si sente eccessivo e smania di scatenarsene. Nel grembo, ch’era finora una patria, indovina un ostacolo e lo sforza duramente col capo, cercando in basso l’uscita. Spasimi senza legge, infrenabili come quelli che una notte voluttuosamente lo accolsero seme, assecondano la sua rivolta. Un’agonia – la prima e la penultima agonia della sua vita – con sudore e sangue lo dirige verso la luce. Ode grida sopra di sé, altre grida. E un altissimo croscio di cataratte. Ma lui, impavido, per emergere usa precocemente astuzia e violenza; allunga, appiattisce la testa, ne impicciolisce le fontanelle; attenua l’ingombro dell’ossa; s’induce a strisciare, a sgusciare lungo il cunicolo come meglio non saprebbe fra le sbarre il più slogabile evaso. Attenzione: lo sbocco è imminente. Dall’orifizio, fra due gambe spalancate e convulse, il grinzoso vecchietto s’affaccia, tutto pieghe, la pelle timida e blu. Uno gnomo miserabile e piangente, un ennesimo, effimero fuoco, ma anche una buccia e polpa di barbara vitalità, un testimonio senza confronto che in un semplice vagito assolve e certifica il mondo.
Guardatelo: già insegna ai polmoni le meraviglie del respiro, li espande, li contrae, torna ad espanderli; inaugura gloriosamente l’aria e le sue misture nutrienti…
È nato. Ha cominciato a vivere, ha cominciato a morire.
Titolo | Traduttore | Note editoriali | Paese |
---|---|---|---|
Calendas griegas. Fragmentos de una vida imaginaria | Joaquín Jordá | Barcelona, Anagrama, 1993 | Spagna |
Calendas griegas. Recuerdos de una vida imaginaria | Laura Cannas | Santa Fe de Bogotá, Norma, 1995 | Colombia |
Calendes grecques. Souvenirs d'une vie imaginaire | Jacques Michaut-Paternò | Lagrasse, Verdier, 2000 | Francia |